venerdì 10 ottobre 2008

AGAVE produzioni/in collaborazione con
Mediterranea
Festival Intercontinentale della Letteratura e delle Arti
“Gli anni ’60: il decennio che ha cambiato il mondo”
V edizione 2008
www.allegorein.org
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lunedì 23 giugno 2008,
ore 19.00
filosofe a confronto
Fabrizia Giuliani e Caterina Botti
parleranno intorno al tema della maternità
a partire dal libro di Caterina Botti
Madri cattive - una riflessione
su bioetica e gravidanza

Il Saggiatore 2007

Caterina Botti, filosofa, insegna Etica delle donne presso l'Università di Roma "La Sapienza". E' impegnata da anni nella riflessione filosofica sulla morale e sulla bioetica, soprattutto in dialogo con il pensiero femminista. E' autrice di Madri cattive (Il Saggiatore, 2007) e Etica e Bioetica delle donne (Zadig, 2000). Ha contribuito alla stesura del Dizionario di Bioetica (Laterza, 2002).

Fabrizia Giuliani è ricercatrice in filosofia del linguaggio. Ha studiato a Roma e negli Stati Uniti, ha tenuto corsi in diverse università italiane e nel 2002 è diventata ricercatrice presso l’Università di Siena Stranieri. Nel 2007 è stata trasferita presso la Facoltà di Scienze Umanistiche di Roma, dove è titolare dei corsi di Filosofia del linguaggio e Linguistica e co-titolare del corso di Studi di genere. Oltre a numerosi saggi di filosofia, linguistica e studi delle donne ha pubblicato il volume Espressione ed ethos. Il linguaggio nella filosofia di Benedetto Croce, uscito per il Mulino nel 2002, è co-autrice di Storie di Femministe, filosofe rumorose uscito con il Manifesto nel 2003 e del saggio Qualcosa è cambiato pubblicato su “Nuovi Argomenti” nel 2006. Sta curando il volume: Il logos nella polis. La diversità delle lingue e delle culture, le nostre identità, per Aracne.

per questo appuntamento AGAVE si è avvalsa della preziosa collaborazione di CAROLA SUSANI e ANGELA TARABORRELLI, che ringrazia di cuore
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giovedì 26 giugno 2008,
ore 19.00
inaugurazione della mostra fotografica
Ritratti di scrittrici
di
Sveva Bellucci
Da tempo il mio percorso artistico segue una linea ben precisa. Affrontare il quotidiano.
Prenderò spunto proprio da questo tema per ritrarre dodici giovani scrittrici.
Partendo dai luoghi da loro scelti per scrivere, dalle loro abitudini, dai loro oggetti personali, dal loro contesto quotidiano, intendo arrivare a ritrarre esattamente ciò che il lettore non vede, ciò che è nascosto dietro le parole.
Metterò a fuoco ogni dettaglio che possa svelare tratti di una personalità: il disordine di una scrivania, la scrittura analogica su un blocco che inevitabilmente si trasforma in digitale, fogli sparsi, una penna e i luoghi più assurdi dove prendere nota di un’idea.
Le fotografie che esporrò saranno dei trittici un po’ insoliti in un’unica stampa come una piccola storia per immagini, le geometrie dei volti saranno abbinate agli oggetti ed ai luoghi cari alle scrittrici stesse. Non conosco i visi della maggior parte di loro, sarà interessante incontrarle, vederle per la prima volta e scegliere il tipo di luce che le caratterizzerà di più.
Sveva Bellucci

una produzione Agave associazione culturale – a cura di Ombretta Moschella

SVEVA BELLUCCI, fotografa professionista (Diploma dell’Istituto Europeo di Design, Roma 1990). Ha lavorato nel campo della moda (Milano, Roma 1990-1995), dello still-life e del ritratto. Fra i numerosi cataloghi realizzati citiamo quello per la collezione di gioielli Gentileschi le cui fotografie sono state successivamente esposte in una mostra personale (Roma, dicembre 2003). Si avvicina al Reportage nel 2001, con una serie di ritratti dei contadini reduci dall’invasione dell’Arneo, nel Salento, in Puglia. Nel 2001 intraprende un progetto fotografico (banco ottico 10x 12 cm) sul passaggio del Tevere nella città di Roma.Nel 2002 realizza un reportage sull’isola di Zanzibar per la mostra personale Zanzibar ’02 (Trento, febbraio 2004; Roma, giugno 2005).Dal 2006 inizia una ricerca personale sulla vita quotidiana, che porterà alla realizzazione dei progetti: Spazi svuotati, aprile 2006, proposto a “Le Moi de la Photo à Montréal 2007”, nell’agosto 2006 Quelli che restano, una serie di ritratti che documentano la realtà domestica di coloro che restano in città durante il periodo delle vacanze estive. Nel marzo 2007 mostra personale Gesti quotidiani, Agave, Roma.Nel novembre 2007 realizza l’esposizione prodotta dal Teatro A. Rendano di Cosenza, L’officina delle marionette in concomitanza con l’Opera ‘La bella dormente’ di O. Respighi, regia di L. Ferlazzo- Natoli.Nel dicembre 2007, inizia la collaborazione con Maurizio Mochetti, per la realizzazione delle fotografie delle sue opere: L’ombra della sera, galleria Oredaria, Roma.Nell’aprile 2008 partecipa al Festival Internazionale FotoGrafia di Roma con l’esposizione Il dettaglio di un gesto. Collabora come fotografa Freelance con la rivista settimanale “D di Repubblica”. Vive e lavora a Roma.

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lunedì 30 giugno 2008,
ore 19.00
reading
di Caterina Deregibus
da “Rap di Punt” di
Cristina Ubax Ali Farah
+
interventi musicali di
DJ KOKOB
+
Cocktail Party a cura di
Francesca Corona

per questo appuntamento AGAVE si è avvalsa della preziosa collaborazione di ROMANO BERE’, che ringrazia di cuore

CATERINA DEREGIBUS è nata a Casale Monferrato (AL). Studia Filosofia e frequenta la Scuola del Teatro Stabile di Torino. Nel ‘96 ha debuttato in Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda, diretto da Luca Ronconi. Esordisce nel cinema con un cortometraggio di Paolo Sorrentino L’amore non ha confini , lavora con Anthony Minghella in The Talented Mr. Ripley e partecipa al suo primo lungometraggio italiano, Il ritorno di Claudio Bondì. Nel 2001 viene premiata come miglior attrice al Festival di Bùger-Mallorca, protagonista del cortometraggio “Venere, Quirino, Ubaldo e Matilda” di Michele Carrillo. Nel 2004 interpreta Elena nel progetto “Iliade” di Alessandro Baricco. Dal 2005 al 2007 lavora su testi e ruoli che le permettono di esplorare le sue origini africane: Fiori del Mar Rosso- Fiori di Saba, Rapdipunt di Cristina Ubax Ali Farah e Io, donna, immigrata di Valentina Mmaka Acava. Lavora con Carrie Mae Weems e Theo Eshetu, video artisti di origine africana nei video “Italian Dream” e “I Racconti del Mandala”. Con “Medea” di Euripide, diretta a teatro da Fabio Sonzogni, riesce ad unire la sua personale ricerca espressiva alla forza eversiva della tragedia greca, ottenendo buone critiche. Nel frattempo si trasferisce a Roma, dove risiede tuttora.
CRISTINA UBAX ALI FARAH è nata a Verona nel 1973 da padre somalo e da madre italiana. È vissuta a Mogadiscio (Somalia) dal 1976 al 1991, quando è stata costretta a fuggire a causa della guerra civile scoppiata nel paese. Si è trasferita per alcuni anni a Pécs, in Ungheria, e in seguito a Verona. Dal 1997 vive stabilmente a Roma dove si è laureata in Lettere presso l'Università La Sapienza. Sta portando avanti con la Fondazione Lettera 27 un progetto di ricerca per raccogliere ed elaborare testi originali, materiali di studio e traduzioni di componimenti poetici e testimonianze di vite al femminile provenienti dalla diaspora somala. Collabora, inoltre, con riviste e testate come la Cronaca di Roma di Repubblica, Internazionale, Giudizio universale e Combonifem per le quali cura le rubriche "Misfatti vostri" e "Frontiere di voci". In Italia suoi racconti e poesie sono stati pubblicati in diverse antologie e riviste. Nel 2006 ha vinto il "Concorso Letterario Nazionale Lingua Madre" alla Fiera Internazionale del Libro di Torino. Nella primavera 2007 è uscito "Madre piccola" il suo primo romanzo, edito da Frassinelli (Premio Vittorini 2008).
FRANCESCA CORONA è nata a Roma nel 1979. Si è formata miscelando cocktail e studi universitari. Dopo essersi laureata al D.A.M.S. di Roma inizia a lavorare come organizzatrice di progetti culturali presso la PAV non disdegnando piccole incursioni in alcuni bar romani.
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mercoledì 2 luglio 2008,
ore 19.00
Mario Desiati e Piero Sorrentino
presentano il libro di
Elisa Davoglio
Onore ai diffidati
Mondadori 2008

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venerdì 4 luglio 2008,
ore 19.00
reading
di Ingy Mubiay e Igiaba Scego
dal libro “Amori bicolori
Laterza 2008
con un intervento critico/creativo di
Livia Apa
+
dj session a cura di
Maouka Sekou Diabate

sanbusi preparati ed offerti dall'associazione culturale ACSA

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martedì 8 luglio 2008,
dalle ore 19.00
poetesse leggono poetesse

Susan Cook apre l’incontro leggendo suoi racconti da
"Roma in bianco e nero"/ "Rome in black and white"

Maria Grazia Calandrone legge gertrud kolmar e marina cvetaeva tradotta (riscritta) da antonella anedda
Sara Davidovics legge benedetta cappa marinetti e altre poetesse futuriste
Elisa Davoglio legge antonia pozzi e claudia ruggeri
Gaia Gubbini legge patrizia valduga e contessa de dia
Giovanna Marmo legge gaspara stampa e wislawa szymborska
Gilda Policastro legge ingborg bachmann e iolanda insana

Jonida Prifti legge suor juana inés de la cruz
Marilena Renda legge elisabeth bishop e antonella anedda
Lidia Riviello legge luciana frezza e isabella morra
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tutti gli incontri sono a cura di
OMBRETTA MOSCHELLA/AGAVE ASSOCIAZIONE CULTURALE




AGAVE/Expò
mercoledì 4 giugno 2008,
ore 19.00
inaugurazione della mostra dei lavori pittorici di
Emmanuel Lavallee
in occasione della quale Emmanuel offrirà al pubblico 30 minuti del suo fantastico lavoro di clown

EMMANUEL LAVALLEE Emmanuel Casalingo ( cucina le crepes e la pasta al pesto) astrologo, è nato molto tempo fa ma non è per niente invecchiato. Vive un po’ come tutti, di successi e di sconfitte, comunque dopo aver insegnato alla scuola del Clown Dimitri in Svizzera si forma presso Jacques Lecoq, a Parigi, dove si diploma. Ha creato bellissimi spettacoli spesso legati al mondo dei clown di cui purtroppo nessuno si ricorda niente, neanche lui. La sorella di William Shakespeare ha detto di lui:" è proprio bravo, come mio fratello!". L'artista condivide in pieno questo nobile pensiero.
la mostra rimarrà visibile fino al 25 giugno 2008
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AGAVE/presentazioni
giovedì 12 giugno 2008,
ore 19.00
Maria Grazia Calandrone
Presenta
Mani Padamadan Viaggi di sola andata
Nuova Editrice Magenta, 2007
http://www.nuovaeditricemagenta.it/
di
Dino Azzalin
“Non si viaggia per addobbarsi d’esotismo e di aneddoti come un albero di Natale, ma perché la strada ci spiumi, ci strigli, ci prosciughi, ci renda simili a quelle salviette consunte che ci allungano con una scaglia di sapone…” Così scriveva lo scrittore svizzero Nicolas Bouvier. E di quella materia viva è fatto il volume che state sfogliando. In chiave moderna notazioni di viaggio, letture, minute e diari sono state fonti preziosissime per Dino Azzalin, già autore del fortunato Diario d’Africa, nella stesura di Mani Padamadan.
(…) I racconti si sviluppano e si intersecano nelle diverse regioni della Terra: Italia, Europa, India, Sud America, Africa, Indocina, (…) il viaggio deve consistere non solo nell’appagamento delle curiosità o nel superamento delle paure, ma soprattutto nello svelamento della natura umana.

DINO AZZALIN è nato a Pontelongo (Padova) nel 1953. Ha pubblicato con l’editore Crocetti tre libri di poesia: I disordini del ritmo (1985), Deserti (1994) e Prove di memoria (2006 – premio Giustino de Jacobis e Giuseppe Dessì 2007). Nel 1999 i racconti Via dei consumati e nel 2001 Diario d’Africa. Ha viaggiato molto nel Sud del mondo, lavorando come volontario sanitario. Ha fondato l’APA-Onlus (Amici per l’Africa) che promuove progetti per la salute orale nei Paesi a basso reddito. Vive a Varese dove esercita la libera professione di medico-odontoiatra. E’ giornalista pubblicista e ha collaborato con numerosi giornali e riviste.
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nell'ambito delle imminenti elezioni politiche ed amministrative
AGAVE è lieta di promuovere e di ospitare
martedì 8 aprile 2008,
dalle ore 19.30
l'incontro con

Letizia Cicconi
Capolista della lista
Sinistra Arcobaleno del MUNICIPIO I
e
Giulia Rodano
Assessore alle Politiche Culturali della REGIONE LAZIO

sui temi dello sviluppo territoriale e culturale
e dell'imprenditoria
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AGAVE/expò
sabato 12 aprile 2008,
ore 19.00
inaugurazione della mostra fotografica
Il dettaglio di un gesto
Fotografie di Sveva Bellucci
Progetto per la VII edizione del Festival Internazionale di Fotografia di Roma
a cura di Maddalena Parise

Parte di una ricerca personale sul quotidiano che Sveva Bellucci porta avanti dal 2006 (con i due progetti Spazi svuotati e Quelli che restano) questa nuova serie ne offre, in qualche modo, un punto di vista ravvicinato. Le fotografie che si presentano in occasione del tema Vedere la normalità per la VII edizione del Festival di Fotografia di Roma, sono dettagli di gesti e sono state volutamente scattate in un contesto “piccolo” come lo spazio “ristretto” dell’Isola di Ventotene. Concentrarsi su uno spazio ridotto ha permesso alla fotografa di “stare addosso” alle sue abitudini per esplorare non solo la quotidianità di un gesto, ma anche il posto specifico in cui questa si fa.
Sono fotografie a “distanza ravvicinata”, scattate in digitale, che si avvicinano così tanto alla normalità da trasfigurarla e costringerci a guardare ciò che non siamo abituati a vedere: il rigonfiamento di una camicia senza corpo o l’acqua diventata molecola sulle pieghe del nuotatore. Realizzate con un teleobiettivo, queste fotografie colgono, da lontano, la compostezza di gesti che sembrano invece essersi messi in posa per lo scatto; esse realizzano il paradosso di fotografie “rubate” e “posate” a un tempo, che combinano l’artificio con il documento, l’occasione con la messa in scena. Sono foto che a prima vista escludono il movimento, ghiacciandolo, quasi a mettere in risalto la bidimensionalità del gesto e del suo disegno, ma allo stesso tempo lasciano che, dall’eccesso di un colore o dalle pieghe di un tessuto, trapeli la vita di cui sono fatte.
Il formato delle fotografie evoca il polaroid 8,8x10,7cm del quale la fotografa, ingrandendolo, ne rispetta le proporzioni. L’allusione al caratteristico formato, richiama così quella pratica amatoriale di foto istantanee, pronte per essere guardate.
la mostra è visibile fino al 2 maggio 2008
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AGAVE/expò
sabato 3 maggio 2008,
ore 19.00
inaugurazione della mostra fotografica
Oltre Napoli Est
Fotografie di Cinzia De Nigro
Progetto per la VII edizione del Festival Internazionale di Fotografia di Roma
a cura di Maddalena Parise

Quest’ ”inchiesta” fotografica parte da Napoli-Est. È un’inchiesta fatta in tre tempi. Trittici di fotografie scattate come lunghe interviste fatte alla città e ai suoi rifiuti. Tre punti di vista: particolari mossi, spazi ampi, volti.
Innanzitutto i rifiuti. Cumuli di sacchetti e dettagli di container scorrono davanti alla macchina fotografica ad 1/15 di secondo. Un tempo di scatto che è una necessità e una scelta stilistica ad un tempo. Un tempo lungo che rende visibile, attraverso il mosso, un tempo contrario, quello rubato dell’inchiesta giornalistica che si fa negli interstizi, velocemente, in digitale, senza la possibilità di fermarsi e scegliere la “bella inquadratura”. Ma è anche il tempo immobile di un quotidiano abnorme che resta appiccicato ad ogni giorno che passa e che la fotografa sembra voler smuovono con i suoi scatti. L’immagine che si forma lentamente (1/15 di sec.) trasforma quei sacchetti e i loro colori, li rende quasi irriconoscibili, rivelandone l’irrealtà che dovrebbero essere.
Il secondo appuntamento è fatto dalla città. L’inquadratura si allarga sulle strade e sui palazzi che sembrano aver perso i loro colori, come se ne fossero stati privati o contagiati da quei rifiuti. Attraverso un lavoro di post-produzione la fotografa scolorisce l’immagine della città – che sembra sbiancarsi -, oppure ne satura i toni all’inverosimile isolandone pochi colori ghiacciati.
Alla presenza impastata dei rifiuti e alla città deformata nei suoi colori, si affianca allora il contrasto della nettezza di coloro che vi si oppongono. La fotografa prosegue la sua indagine incontrando quei volti che col sorriso resistono allo scempio, quelle mani rugose che sembrano voler imprigionare le stesse plastiche il cui contorno sfuggiva all’obiettivo. Ritratti nitidi in ogni particolare che resistono, con la loro “ferma” nettezza, al magma mosso che li invade.
la mostra è visibile fino al 25 maggio 2008

venerdì 7 marzo 2008

SPECIALE OTTO MARZO DUEMILAOTTO
Centenario della festa della donna
AGAVE ai GIARDINI Nicola Calipari (PIAZZA VITTORIO)
DALLE ORE 17
con il patrocinio della
commissione delle elette del Municipio I

- ore 17 READING DI TRE SCRITTRICI:
Igiaba Scego, Ingy Mubiayi, Maria Grazia Calandrone

Igiaba Scego e Ingy Mubiayi sono due scrittrici romane. I genitori di Igiaba sono somali. Ingy è nata al Cairo, sua madre è egiziana e suo padre dello Zaire (Congo), ma la portano a Roma che ancora non fa le elementari. Sarà per la loro storia, sarà per via dello straniamento, ma Igiaba e Ingy scrivono storie divertenti. Due umorismi molto diversi. Quello di Igiaba ha un fondo struggente, sentimentale, umanissimo. Quello di Ingy è analitico, provocatorio, svela le contraddizioni, gioca con l’assurdità: è come la corda del funambolo, una via insolita, poco sicura, ma che le permette di vedere il mondo dall’alto.
(Carola Susani per la presentazione del libro Pecore nere 13 dicembre 2005 presso Agave Bistrot Libreria)
Maria Grazia Calandrone abita a Roma. Ha pubblicato il libro-premio di poesia Pietra di paragone (Tracce, 1998), La scimmia randagia (Crocetti, 2003 – premio Pasolini opera prima, finalista premi Dessì e Montano, segnalato premio Montale), La macchina responsabile (Crocetti, 2007) e varie scelte di testi su riviste (Trame, Pagine: 1991, Le Fram, Poesia: 2000 e 2004, ClanDestino, Sinestesie, Sagarana, El Ghibli) e antologie di premi (Montale 1993, Donna e Poesia 1997, Corciano 1998, Bellezza 1998, LericiPea 2000, Giorgi 2004). Ha collaborato al quadrimestrale di filosofia Homo Sapiens e ha partecipato a numerosi festival nazionali e internazionali e a uno speciale televisivo su Joyce Lussu per la regia di Francesco Cabras. Collabora con l’attrice Sonia Bergamasco.
- ore 18 CONCERTO di SABA ANGLANA
(durata del concerto: 1 ora e mezza)
Le storie che Saba racconta sono quelle contenute nel suo album d’esordio Jidka (The Line): la voce si snoda tra melodie e parole in narrazioni di viaggi, affetti, nostalgia, immigrazione, dalle sue origini nel Corno d’Africa al bacino occidentale, attraverso diversi idiomi e ibridazioni afro-europee.
“La linea” è quello spazio fisico o immaginario che divide o unisce i popoli, le culture.
La kora, il djembè e la chitarra acustica accompagnano Saba su questa linea fertile, in bilico tra identità dinamiche e multiple, in costante movimento, nell’avvincente intreccio tra musica e narrazione.

Voce: Saba Anglana
Kora, Djembè: Cheikh Fall
Chitarra acustic: Tatè Nsongan

SABA Saba nasce a Mogadiscio, figlia di un ex ufficiale dell’esercito italiano e di un’etiope nata e vissuta in somalia. Un intreccio di Paesi, storie e destini che riguardano da vicino la memoria italiana. L’Italia, infatti, fin dai tempi della sua esperienza colonialista nel “Corno d’Africa”, si misura con il tentativo della costruzione di un’immagine rappresentativa di quei Paesi e del proprio imbarazzante rapporto con essi: tra luci ed ombre, una storia ancora tutta da raccontare, un’operazione difficile e ancora non completamente assimilata dalle coscienze e dall’immaginario collettivo, nonostante i segni tangibili dell’incrocio delle culture, le cosiddette “seconde generazioni” e i figli afroitaliani come Saba che popolano questo paese.
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SPECIALE OTTO MARZO DUEMILAOTTO
Centenario della festa della donna
AGAVE AD AGAVE MEME - VIA DI SAN MARTINO AI MONTI
AGAVE/ presentazioni
sabato 8 marzo
ore 19.00
preentazione del nuovo marchio LAB della Giulio Perrone Editore
+
Le porte di Cocteau,
di Roberta Di Pascasio
con Miriam G.L. Serranò, responsabile LAB
in quest’occasione siamo lieti di invitare gli autori pubblicati
nei mesi di gennaio, febbraio e in uscita a marzo
e presentare il nuovo marchio LAB

giovedì 7 febbraio 2008

Prossimi appuntamenti febbraio 2008

Agave/Aperitivi
SABATO 9 FEBBRAIO 2008
dalle h 19.00
GREEN DRINKS

Fate un brindisi con noi al primo Green Drinks dell'Anno! Please join for the first Green Drinks of 2008!
Green Drinks è un'occassione di incontro per chi lavora per l'ambiente, lo sviluppo sostenibile, il corporate social responsibility, o per chi gestice un azienda "verde." O, semplicimente, se vi interessano questi argomenti, venite con noi per un clima-tini!
Green drinks is an informal networking event for all working on issues related to environmental management, sustainable development, corporate social responsibility, and green business development. If these issues interest you, join us for a clima-tini!
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AGAVE/bambini
sabato 16 febbraio 2008, ore 17
l'Ass. cult. INFORMADARTE
presenta
Laboratorio per bambini
su Ritratto e Autoritratto

il costo del laboratorio è di Euro 7,00
è richiesta la prenotazione
(prenotazioni via email agavebookbar@gmail.com oppure ai seguenti numeri telefonici: 0648821134, 3389970376, 3493569159)
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AGAVE/presentazioni
mercoledì 20 febbraio 2008,
ore 19.30
Nicola Lagioia
presentano l'ultimo libro di
Laura Pugno
Sirene
(Einaudi 2007)
sarà presente l’autrice
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AGAVE/reading
mercoledì 27 febbraio 2008,
ore 19.30
reading di
Elisa Davoglio e Marilena Renda
le presenta
Tommaso Ottonieri
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AGAVE/incontri
giovedì 28 febbraio 2008,
ore 19.30
Agave ospita
un incontro su Ernesto Che Guevara
Mito e speranza/Racconti sul "Che"
a cura di Mario Canino e Gilberto Moschella
+
a seguire
AGAVE/expo
inaugurazione della mostra della produzione artistica di
Antonio Loddo
a cura di Annamaria Nessi
la mostra rimarrà visibile fino al 28 marzo 2008
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AGAVE/aperitivi
venerdì 29 febbraio 2008,
dalle ore 19.00
Agave Book Bar in collaborazione con FreeformJazz
www.myspace/freeformjazzproduction
presentano la seconda serata di
"VINO & VINILE"
Degustazione di vini di alcune tra le più interessanti cantine vinicole italiane accopagnati da indimenticabili colonne sonore della storia del jazz. "Degustazione" di vini..li originali rare grooves/soul/jazzy selectors/sommelier: MarioB. Luca Salaroli .Un buon rosso lega molto con le leggendarie sessions di Giant Step di Coltrane o la tromba magica di Miles Davis in Kind of Blue per citarne alcuni.Il be bop di Charlie Parker , le melodie e il lirismo di Telhonius Monk ,Lenny Tristano,Gil Evans,Quincy Jones ,la voce calda di Billie Holiday, Sarah Vaughan ,Bettie Carter .Il soul di Isaac Hayes e Steve Wonder,Marvin Gaye, Sly&Family Stone , il ritmo inconfondibile di Art Blakey , Horace Silver,Lonny Liston Smith e altri miti. Nell'era digitale Ipod- IPhone un omaggio all'ascolto di indimenticabili incisioni della storia del jazz di etichette prestigiose: Impulse, Blue Note,Atlantic, Stax,Motown,Verve...
Great jazz& great wine, stop and listen!

domenica 20 gennaio 2008

AGAVE/presentazioni
giovedì 31 gennaio 2008,
ore 21
Giampaolo Gravina
presenta il libro di
Camillo Favaro e Riccardo Zola
Vini di Borgogna
(Artevino 2007)
saranno presenti gli autori

A metà strada tra un romanzo breve ed una guida, questo libro è la storia vera di una scoperta: quella condotta da un gruppo di sei persone, amici e colleghi variamente coinvolti nel mondo del vino, che per cinque settimane hanno vissuto insieme a Chorey-les-Beaune, nel cuore della Borgogna, alla ricerca dell’incontro con la parte più autentica dei protagonisti di questa terra. Ne è nato un libro che conduce per mano nelle piccole storie quotidiane e nelle grandi emozioni senza tempo che la Borgogna custodisce da sempre e che sa generosamente regalare a chi le si avvicina con spirito curioso. Il lettore scorrendo le pagine troverà, oltre a pagine intrise di un’enorme passione per il vino, itinerari turistici, incontri con gli chef della ‘cuisine bourguignonne’, passeggiate tra i vigneti dei più famosi Grand Cru del mondo ed altre utili informazioni per pianificare la propria ‘scoperta’ di questa affascinante regione. L’opera è anche una guida ai migliori vini di 67 produttori, scelti tra quelli che più hanno emozionato gli autori durante il loro soggiorno.
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VENERDI 1 FEBBRAIO 2008
dalle h 19.00
Agave Book Bar
in collaborazione con
FreeformJazz
www.myspace/freeformjazzproduction
e
Cantine Favaro http://www.cantinafavaro.it/
presenta
"VINO & VINILE"
Degustazione di vini della cantina Favaro di Ivrea accopagnati da indimenticabili colonne sonore della storia del jazz.
"Degustazione" di vini..li originali rare grooves/soul/jazzy selectors/sommelier: MarioB. Luca Salaroli .Un buon rosso lega molto con le leggendarie sessions di Giant Step di Coltrane o la tromba magica di Miles Davis in Kind of Blue per citarne alcuni.Il be bop di Charlie Parker , le melodie e il lirismo di Telhonius Monk ,Lenny Tristano,Gil Evans,Quincy Jones ,la voce calda di Billie Holiday, Sarah Vaughan ,Bettie Carter .Il soul di Isaac Hayes e Steve Wonder,Marvin Gaye, Sly&Family Stone , il ritmo inconfondibile di Art Blakey , Horace Silver,Lonny Liston Smith e altri miti. Nell'era digitale Ipod- IPhone un omaggio all'ascolto di indimenticabili incisioni della storia del jazz di etichette prestigiose: Impulse, Blue Note,Atlantic, Stax,Motown,Verve...

Great jazz& great wine, stop and listen!
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AGAVE/benessere
giovedì 24 gennaio 2008,
dalle ore 20 alle ore 23
Agave ospita le sedute di Riflessologia Plantare con Carlo Iantosca
La Riflessologia Plantare, o massaggio zonale del piede, è una tecnica di massaggio locale che consente di agire sulla persona nel suo complesso (unità psico-fisico-emozionale), andando a riequilibrare, per via riflessa, le relazioni funzionali tra i sistemi e gli apparati corporei. Il trattamento ha una durata di 20 minuti e un costo di 20 euro.
Necessaria la prenotazione.
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AGAVE/presentazioni
mercoledì 23 gennaio 2007,
ore 19.00

Elena Stancanelli e Francesco Piccolo
presentano il nuovo libro di
Carola Susani
Linfanzia è un terremoto

(Laterza 2008)
sarà presente l’autrice
«Le rovine ci si parano davanti, piatte, orizzontali, tranne i lampioni e la chiesa: il largo viale di marmo si è riempito qua e là di terra e pozzanghere. Attorno e dentro il perimetro delle case c’è fango. Non c’è nessuno. Nessun rumore. Soltanto i nostri passi. Il cielo. Oltre la chiesa c’è il boschetto della memoria, un albero per ciascuno dei morti. Resto fredda, senza inquietudine, anche se di sicuro qualche corpo è rimasto sotto le macerie».La Valle del Belice è una distesa di rovine quando la famiglia di Carola, che all’epoca ha quattro anni, vi si trasferisce per vivere in una baraccopoli. I suoi genitori lavorano alla ricostruzione e allo sviluppo insieme al Centro Studi e Iniziative Valle Belice. L’infanzia è un terremoto è memoria, racconto di viaggio, minima ricostruzione di storia orale e sempre anche narrazione. Nel libro ci sono le rovine, c’è Danilo Dolci, c’è l’infanzia nelle baracche, ci sono le persone che si raccoglievano attorno al Centro, ci sono minacce, intimidazioni mafiose. E qualcosa viene fuori dell’onda lunga del Sessantotto e dei suoi contraccolpi.
Durante la presentazione è previsto un intervento poetico di Marilena Renda.
CAROLA SUSANI è nata nel 1965 a Marostica (Vicenza), è vissuta a lungo in Sicilia e adesso abita a Roma. Ha pubblicato Il libro di Teresa per Giunti nel 1995 (Premio Bagutta opera prima); per Feltrinelli ha pubblicato La terra dei dinosauri (1998) e i romanzi per ragazzi Il licantropo (2002) e Cola Pesce (2004). Nel 2005 per Gaffi è uscito Rospo, raccolta di due radiodrammi. Ha collaborato alla rivista “Perap” di Palermo e a “Linea d’ombra”, e fa parte della redazione di “Nuovi argomenti”.
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sabato 15 dicembre 2007

AGAVE/presentazioni
presenta
GIOVEDI' 20 DICEMBRE 2007
ore 19.30
Elena Stancanelli
presenta
Enzo Fileno Carabba
Il Natale delle mutande di latta
(edizioni Ore piccole 2007)
Illustrazioni di Liza Schiavi
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Pessimi segnali
(Marsilio )
Il Natale delle mutande di latta
Una festa di Natale come non ne avete mai viste: qui si regalano mutande di latta perché in giro c'è un sacco di brutta gente da cui difendersi, qui si litiga dal tanto che si è contenti di ritrovarsi tutti assieme, qui si maligna sparlando dei cugini Cipollone che imbrogliano quando giocano a ping pong, qui i pianoforti si mettono improvvisamente a volare. Enzo Fileno Carabba, il più stralunato e poetico scrittore italiano di oggi, incontra i disegni incantanti di Liza Schiavi per trascorrere tra queste pagine un Natale che nessuno di noi potrà dimenticare mai più.
Pessimi segnali
Il giovane Angelo finisce a fare il servizio civile in uno sperduto paesino del Valdarno, presso il locale presidio della Croce Rossa. Si trova a pochi chilometri da casa, eppure fin dal primo momento gli sembra di essere stato catapultato in un altro mondo, alieno e inquietante. I volontari della Croce Rossa sono gente rozza e violenta, che passa il tempo a guardare cassette porno e si eccita alla vista del sangue. I giovani del posto si accoppiano sulle brandine. I vecchi parlano confusamente di riti antichissimi che si celebrano nei boschi circostanti. Torme di conigli neri guizzano minacciose nella notte. Perfino le suore del convento si comportano in modo strano. Giorno dopo giorno, Angelo coglie indizi e segnali che paiono alludere oscuramente a un disegno segreto, uno spaventoso complotto. Una rete avvolge tutti, tutti ne fanno parte, e al centro di tale rete sembra esserci Augusto, un bambino reso sordo, muto e cieco da un misterioso incidente. Cosa sta succedendo intorno a lui? Angelo deve assolutamente capirlo, se vuole salvarsi. Romanzo noir con venature fantastiche e horror, Pessimi segnali mescola indissolubilmente verità e apparenza, realtà e allucinazione, dando corpo a una vicenda suggestiva e visionaria in cui è si viene risucchiati come in un gorgo.
Enzo Fileno Carabba (Firenze, 1 maggio 1966), autore anche di libretti d'opera, ha pubblicato Jacob Pesciolini (Einaudi, 1992; premio Calvino), La regola del silenzio (Einaudi, 1994), In gita a Firenze con Enzo Fileno Carabba (Paravia-Gribaudo, 1997), La foresta finale (Einaudi, 1997) e infine Pessimi segnali (Marsilio, 2004), edito dapprima in Francia, nel 2003, in una collana prestigiosa come la “Série Noire” di Gallimard con il titolo Muvais signes e in procinto di essere portato sul grande schermo. Per i più piccoli invece ha scritto Boccaccio (Sansoni, 1995), Il cubo incantato (Panini, 1998; illustrazioni di Andrea Camerini e Sauro Ciantini), Attila. L'incontro dei mondi (Laterza, 2000) e La bambina nella tempesta (Adn Kronos libri, 2001). Tiene lezioni di tecniche narrative presso il Giardino dei Ciliegi di Firenze, presso la Scuola Holden di Torino e nelle scuole pubbliche. Nel 1997 ha dato vita insieme ad Anna Cepollare al programma radiofonico Due sul tre per Radio Tre Rai. Ha avviato progetti all'interno della realtà del carcere che hanno dato come frutto l'antologia Se siete arrivati fin qua. Racconti dal carcere (Le Lettere, 2005) curato da Carabba insieme a Paola Nobili. Dal 1997 svolge tra l'altro l'attività di guida subacquea.
Liza Schiavi (Piacenza, 13 luglio 1974) s'è diplomata nel 1992 presso il liceo artistico della sua città e nel 1997 ha conseguito anche il diploma di scultura presso l'Accademia di Brera a Milano. Tra il 2000 e il 2007 ha seguito vari corsi di perfezionamento nel campo dell'illustrazione per l'infanzia presso la Scuola Internazionale di Sarmede (Treviso) con docenti come il croato Svjetlan Jukanovic, il polacco Jozef Wilkon e lo spagnolo Arcadio Lobato. Tra i vari premi e le varie mostre basti ricordare le due edizioni (2006 e 2007) di “Le immagini della fantasia. Mostra Internazionale d'Illustrazione per l'Infanzia” che seleziona 38 artisti da 20 diversi paesi. Si tratta di un'esposizione che fa sue alcune tra le sedi espositive più prestigiose d'Europa.

PER QUESTA PRESENTAZIONE AGAVE SI è AVVALSA DELLA PREZIOSA COLLABORAZIONE DI FRANCESCA CORONA, CHE RINGRAZIA DI CUORE.
AGAVE/presentazioni
VENERDI’ 21 DICEMBRE 2007,
ore 18.00
Andrea Cortellessa

direttore della collana di testi italiani contemporanei Fuori Formato
presenta il libro di
Tommaso Ottonieri
Le strade che portano al Fucino
(Le Lettere, Fuori Formato, 2007)
Ogni narrazione è un territorio. L’immaginazione dell’autore ne esplora la latitudine, la sua lingua ne sviscera la profondità. Quel territorio non lo “descrive” – lo inventa. Disegna uno spazio virtuale, ombra e specchio di quello reale: che la “realtà” strania e, insieme, misteriosamente convalida. Così è il Fùcino di Tommaso Ottonieri. Terra piatta, orizzontale, geometricamente sezionata da uno sguardo che plana dall’alto, aereo o forse celeste; ma che – incastonata com’è fra ruvidi spalti appenninici – cela in sé smisurate profondità, invasi vertiginosi, immani universi ctonî percorsi da Creature Che Sospirano Nel Buio. Al centro della piana si staglia Telespazio: Grande Schermo che capta risonanze dalle profondità stellari proiettando una pellicola di visioni deliranti su una coscienza frantumata, alla guida di un’auto metafisica. Lungo labirinti che paiono usciti da un film di David Lynch: alla ricerca di un’Origine irriconoscibile – e sin troppo vera.
Le Strade Che Portano Al Fùcino (colla bonus track della “dantesca” apocalissi Ulysses 9.11, realizzata sonicamente insieme al compositore elettronico Maurizio Martusciello) è una raggiera di prose narrative concentriche, insieme centrifughe e centripete: lacerti strappati dall’autore nel corso di ormai due decenni, per forza di scrittura, al più magmatico e oscuro dei nuclei immaginativi. Uno scrittore «angelico e infero» che viene «dalla sesta luna di Saturno»: così, profetico, Giorgio Manganelli ne aveva salutato l’esordio.
Poeta che s’è scelto la prosa come “plastica” infinitamente duttile, sin dall’inizio Ottonieri è stato visitato dalla tentazione della narrativa. Sirena sempre tentante e sempre sfuggente, per un onnipotenziale linguistico come lui. Il cantiere di questo libro è stato aperto per decenni (come ricostruisce Gilda Policastro in un dettagliato baedeker per il lettore). Il perché si capisce ora: l’opera è la più complessa e stratificata dell’autore, la sua più ambiziosa e, infine, cocentemente rivelatoria. Il suo cuore messo a nudo. A.C.
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A seguire
AGAVE/degustazioni enogastronomiche
è lieta di ospitare
degustazione gastronomica dei salumi di cinta senese con l'azienda agricola biologica "Lo Spicchio" (Val d'Orcia)
che cos’è la cinta senese?
Vai a vedere http://www.lospicchio.com/









giovedì 13 dicembre 2007

AGAVE/presentazioni
GIOVEDI’ 13 DICEMBRE 2007,
ore 19.30

gli ultimi due titoli della collana “Ogopogo”
Dove e Pendici
in tandem
illustrazioni di Cosimo Budetta
testi di Gilda Policastro e Sara Davidovics
presenta Aldo Mastropasqua
(saranno presenti gli autori)

Cosimo Budetta vive ed opera ad Agromonte (PZ). Si interessa di pittura, grafica e libri d’artista. È fondatore del laboratorio “Ogopogo”. Ha realizzato libri d’artista, tra gli altri, insieme a Giuliani, Sanguineti, Loi, Lunetta, Pignotti, Dorfles, Pagliarani, Barberi Squarotti, Pedicini, Muzzioli, Vito Riviello, e, ultimi, Tommaso Ottonieri, Gilda Policastro, Sara Davidovics.

Sara Davidovics è nata e vive a Roma. In versi ha pubblicato Corrente, con introduzione di T. Ottonieri (Zona, 2006); D’Acque, con disegni di P. Ruffo (E. Mazzoli, 2007), finalista al Premio Antonio Delfini e Pendici con acquerelli di C. Budetta (lab. Ogopogo, 2007). Nel 2006 ha costituito con Lorenzo Durante l’ensemble di lettura DUALE. È in uscita per l’editore Onyx il volume Corticale .

Gilda Policastro è nata a Salerno e vive a Roma. Collabora con le pagine culturali di «Alias» e «Liberazione». Ha pubblicato poesie su «l’immaginazione» (luglio-settembre 2006, con una nota di Romano Luperini) e nel volume Dove delle edizioni Ogopogo, illustrato da Cosimo Budetta (agosto 2007). Ha partecipato a “Romapoesia 2007” e a “RicercaBo”, laboratorio di nuove scritture. Sta per pubblicare il poemetto Stagioni e lavorando a un romanzo intitolato Remi.

martedì 4 dicembre 2007


Agave/Aperitivi
Agave
&
Punto shiatsu
presentano

SHIATSU APERTIF

GIOVEDI' 6 DICEMBRE
dalle h 19.00

Aperitivo e assaggio shiatsu
con Elvira Verde e Roberta Quinzi
per maggiori info www.myspace.com/elviraverde

giovedì 29 novembre 2007

AGAVE/Expo
TERRE D’AFRICA in libreria
Mostra fotografica di Manuel Scrima per ICROSS

domenica 2 dicembre 2007
dalle 19.30
Aperitivo

60 fotografie nelle più belle librerie di Roma:
Agave, Caffè Letterario, Esquilibri, Minimum Fax, The Lion Bookshop

Dal 2 fino al 30 dicembre avrà luogo, nella splendida cornice di 5 tra le più belle librerie di Roma, la mostra Terre d’Africa in libreria. L’esibizione propone un’immagine del continente più antico colto nella sua irriducibile molteplicità, nelle contraddizioni e nella sua bellezza, senza compromessi.
Lo scopo è quello di promuovere l'uscita del nuovo calendario ICROSS&NWI finalizzato alla raccolta di fondi per la realizzazione di progetti umanitari in Kenya e Tanzania, nella speranza di riscuotere anche quest’anno, per una buona causa, il successo della precedente edizione.

L'evento di apertura, accompagnato da un aperitivo, si terrà il 2 dicembre dalle 19,30, presso Agave Bistrot Libreria (via Di San Martino Ai Monti 7a).
La chiusura sarà invece il 29 dicembre dalle 19,30, presso Esquilibri (via Giolitti 319). Possibilità di gustare una cena a base di Zighinì, famosa ricetta africana.

mercoledì 28 novembre 2007

AGAVE/presentazioni
e
Punctum Edizioni
presentano
giovedì 29 novembre 2007, ore 19.30
Emanuele Trevi presenta il romanzo di
Guido Giovanardi
Tare Rallen
(Punctum edizioni 2007)

Tare Rallen è una formula magica, il nucleo di un monologo interiore infantile che filtra il mondo esteriore con una consapevolezza aurorale e stravagante. Davide ha cinque anni, dal lunotto posteriore della macchina legge quelle due misteriose parole scritte sulla strada e ne viene stregato. Diventeranno la chiave d'accesso al mistero degli altri, il codice segreto per farsi una mappa nella foresta indecifrabile degli adulti. E le esperienze intuite, le spiegazioni immaginate, le fantasie che trasformano concretamente la realtà costruiscono un leggero, sconcertante affresco, la storia di una famiglia di oggi, sospesa tra amore e disintegrazione. Con uno stile immediato e sorprendente, Giovanardi ricrea la magia dello sguardo di un bambino, una visione che è al tempo stesso proposta e speranza, interpretazione e scommessa.
Guido Giovanardi ha 24 anni, è nato e vive a Roma dove studia Scienze Naturali presso l'Università "La Sapienza".
Emanuele Trevi è nato a Roma nel 1964. Collabora al "manifesto", alla cronaca romana della "Repubblica" e ai programmi di Rai Radio 3. Ha pubblicato Istruzioni per l'uso del lupo (Castelvecchi 1994), Musica distante (Mondadori 1997), I cani del nulla (Einaudi 2003), Senza verso. Un'estate a Roma (Laterza 2004), L'onda del porto (Laterza 2005). E' inoltre autore del libro-conversazione con Raffaele La Capria, Letteratura e libertà (Quiritta 2002) e, con Marco Lodoli, dell'antologia scolastica Storie della vita (Zanichelli).
+
AGAVE/Expo
e
Punctum Edizioni
presentano
l'expo fotografico di
Massimo Matrorillo
Tokio-the continuous city
IN MOSTRA DAL 29 NOVEMBRE AL 1 DICEMBRE 2007
In occasione della presentazione del libro Tare Rallen Agave ospiterà, per tre giorni, un estratto del lavoro fotograficoTokio - the continuous city, di Massimo Mastrorillo, di cui fa parte la fotografia riprodotta sulla copertina del libro di Giovanardi. Le fotografie in mostra fanno parte di un lavoro più ampio sulle città - The Lives of the Cities, liberamente ispirato alle Città Invisibili di Calvino e ancora inedito. La visione di Tokio, come quella delle altre metropoli, vuole essere uno specchio dell’esistenza dell’uomo. Attraverso un susseguirsi di immagini che colgono dettagli peculiari di ciò che Mastrorillo incontra, si ritrova l’unità nella differenza, dove sia il particolare urbano quanto il ritratto fugace sono sorretti da una solida costruzione d’insieme che sottende l’insieme di memoria, desideri, segni, scambi parole, che costituisce il nostro stare al mondo.
Massimo Mastrorillo, nato nel 1961, si dedica al reportage sociale dal 1988. Ha documentato la vita dei curdi in Turchia, la tragedia dell’AIDS in Mozambico, con una foto della serie Indonesia 2005: just another day, un progetto prodotto da FotoGrafia – festival internazionale di Roma e dalla Comunità di Sant’Egidio, ha vinto il primo premio nella categoria Nature del World Press Photo 2006. Sta attualmente lavorando al progetto The Lives of the Cities.

sabato 17 novembre 2007

AGAVE vi invita a tre laboratori per bambini sul tema del ritratto e dell'autoritratto
collegati alla mostra di Franny Thiery
(visibile fino al 28 novembre 2007)

l'assoc. cult. INFORMADARTE
presenta
sabato 8 dicembre 2007
ore 17
terzo incontro del
Laboratorio per bambini
su Ritratto e Autoritratto
Il laboratorio è pensato come un ciclo di tre incontri e si svolgerà ad Agave. E’ rivolto a bambini dai 4 anni in su.
PRIMO INCONTRO

Visione di diapositive che ripercorrono la storia del ritratto dall’antichità fino ai nostri giorni. Diamo uno sguardo al ritratto: sarà cubista, surrealista, dada, rinascimentale, medievale. Seguirà un lavoro pratico consistente nella scelta di un’immagine pubblicitaria ritagliata e poi ricostruita con tempere, pastelli a olio, gessi, etc.
SECONDO INCONTRO
Dopo una riflessione sulla percezione di sé e dell’altro, ogni bambino reinterpreta l’immagine del volto di un altro bambino intervenendo con colori acquerellati. Tutti gli elaborati si allestiscono in un’unica composizione, ispirati dal vivace cromatismo delle celebri opere di Andy Warhol.
TERZO INCONTRO
Esistono differenti modi di raccontare se stessi: partendo dalla propria ombra proiettata su un grande foglio di carta, ciascuno dovrà raccontarsi e descriversi riempiendola di materiali differenti, colori, scritte, immagini e foto di giornali. Successivamente ciascun bambino spiegherà agli altri il significato delle proprie scelte.

il costo dei tre laboratori è di Euro 20,00, ma è possibile effettuare anche uno solo dei laboratori (Euro 7,00)
è necessaria la prenotazione
(prenotazioni via email
agavebookbar@gmail.com
oppure ai seguenti numeri telefonici: 0648821134, 3389970376, 3493569159)

Informadarte, costituita da Storici dell’arte, nasce nel 1996 con l’intento di promuovere la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico attraverso iniziative di vario genere (visite guidate, laboratori, mostre, conferenze, pubblicazioni, etc.). A tal fine collabora con Istituzioni pubbliche e private nell'ideazione e organizzazione di eventi culturali. Tra le attività svolte, uno spazio privilegiato è assegnato alla didattica dell’arte sia nelle scuole dell’infanzia primarie e secondarie, che all'interno dei servizi educativi dei musei e nelle biblioteche. Le esperienze didattiche si rivolgono in particolar modo a bambini e ragazzi, affiancando momenti di laboratorio - in cui i partecipanti familiarizzano con i principi tecnici ed espressivi del linguaggio visivo - a visite a collezioni permanenti, mostre e luoghi d'interesse storico-artistico.
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AGAVE/presentazioni
mercoledì 21 novembre 2007,
ore 19.00
Matilde Passa e l’autrice
presentano il libro di
Paola Leonardi
Donne e uomini di cuore Emozioni, sentimenti e salute
(Edizioni Franco Angeli)
Capita a volte, nella vita, di vedersi piombare addosso eventi del tutto imprevisti,straordinari. Così è accaduto anche a Paola Leonardi che ha dovuto subire, inaspettatamente, un intervento chirurgico al cuore. Questo evento sconvolgente per il corpo e per la mente, ha offerto in qualche modo lo spunto per una riflessione sul cuore inteso non solo come organo ma anche come metafora.Si potrebbe dire una riflessione... che parte dal cuore.Ne è nata questa raccolta di pensieri, esperienze, ma anche testimonianze di chi, come l'autrice, si è fermato ad ascoltare il proprio cuore. Un libro che ci farà aprire all'amore, al desiderio, alla vita. Un libro - per uomini e donne, amiche ed amici - da leggere o da consultare, per trovare la soluzione a tanti problemi affettivi, amorosi e lavorativi. Per conoscerci meglio, per avere sempre più il coraggio di essere noi stessi, per fare spazio alle emozioni del cuore.
Paola Leonardi, sociologa, psicoterapeuta, ha fondato il Centro Autostima Donne e, con altre, l'Associazione Nazionale Psiche e Differenza/e. Sin dagli anni Settanta ha approfondito le tematiche di genere a partire dal problema della depressione. Nella sua "Scuola di socio-psicologia delle donne" per "terapeute al femminile", si utilizzano terapie integrate come lo psicoyoga, la danza, la pittura, la scrittura creativa. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Come trasformare la depressione in risorsa (Angeli, 1996) e Il piccolo libro dell'autostima (Baldini&Castoldi, 2000).

PER QUESTA PRESENTAZIONE AGAVE SI è AVVALSA DELLA PREZIOSA COLLABORAZIONE DI NADIA TARANTINI, CHE RINGRAZIA DI CUORE.

mercoledì 31 ottobre 2007


AGAVE/prossimi appuntamenti con la letteratura e le arti


AGAVE/anteprima - presentazioni
giovedì 8 novembre 2007,
ore 19.00
Tommaso Giartosio e l’autrice
presenteranno, in anteprima, il libro di
Carola Susani,
Linfanzia è un terremoto
(in uscita a gennaio 2008 per Laterza)

CAROLA SUSANI è nata nel 1965 a Marostica (Vicenza), è vissuta a lungo in Sicilia e adesso abita a Roma. Ha pubblicato Il libro di Teresa per Giunti nel 1995 (Premio Bagutta opera prima); per Feltrinelli ha pubblicato La terra dei dinosauri (1998) e i romanzi per ragazzi Il licantropo (2002) e Cola Pesce (2004); per Minimum fax ha pubblicato Pecore vive (2006). Nel 2005 per Gaffi è uscito Rospo, raccolta di due radiodrammi. Ha collaborato alla rivista “Perap” di Palermo e a “Linea d’ombra”, e fa parte della redazione di “Nuovi argomenti”.


AGAVE/presentazioni + AGAVE/Cocktail Party
giovedì 15 novembre 2007,
ore 21


Eleonora Danco
legge brani tratti dall’ultimo libro di
Elena Stancanelli
A immaginare una vita ce ne vuole un’altra
(minimum fax, 2007)
+
Cocktail party a cura della barmaid Francesca Corona
Cocktail party a partire dalle ore 19

ELENA STANCANELLI è nata a Firenze nel 1965. Vive a Roma, dove ha frequentato l'Accademia d'arte drammatica. Presso Einaudi ha pubblicato Benzina (1998) - da cui è stato tratto un film con la regia di Monica Stambrini, e Le attrici (2001) - e il racconto Oggi è il mio compleanno nell'antologia Ragazze che dovresti conoscere (2004). Scrive sull"Unità", "il manifesto" e collabora stabilmente con "la Repubblica". Ha lavorato per Radio Rai.
FRANCESCA CORONA è nata a Roma nel 1979. Si è formata miscelando cocktail e studi universitari. Dopo essersi laureata al D.A.M.S. di Roma inizia a lavorare come organizzatrice di progetti culturali presso la PAV non disdegnando piccole incursioni in alcuni bar romani.

fino al 28 novembre 2007 è visibile l'expo (acrilico su legno)
Istantanee
Donne ritratte a Roma
Esposizione di FRANNY THIERY
La mostra è presentata da un RACCONTO di LIDIA RIVIELLO

Le donne di Franny
di LIDIA RIVIELLO
Quando chiesero a Franny di rimettere a posto le cose, gli oggetti animati ma dispersi di alcune donne in una stanza a Trastevere, lei entrò in punta di piedi, con attenzione, per non rompere il cristallo appena sospeso sulla soglia dello sguardo.
Vi erano aria e acqua dentro la stanza, e pure terra, per non parlare del fuoco e dei fiori. C’era tutto quello che serviva a Franny per vedere fino in fondo e in quel mondo, non l’astratta e dispersiva “altra metà del cielo”, ma il cielo stesso, intero, reale, un azzurro concreto e dirompente. Mancavano gli oggetti, quelli che servono di solito alle donne di un racconto per partire la mattina e tornare la sera a casa senza paura di aver perduto tutto con il nulla.
Tenne acceso lo sguardo Franny, per non dimenticare nessun dettaglio, per non lasciare al buio nessun metallo, né il cristallo, e nemmeno il ventaglio. Sono solo oggetti pensò, di donne qualsiasi, e presa in mano l’aria caduta a terra, si rimise alla ricerca dell’accessorio fondamentale, quello che tiene su i capelli delle donne, che delle ragazze conserva dipinti di blu, i misteri.
Si dice ancora che di quelle donne, Franny ritrovò un fermaglio dalla punta accesa, una scarpa di lacca rossa, una fotografia venuta mossa, rintracciò gli appunti presi di nascosto, le date di partenze prenotate e i ritorni disdetti per non parlare delle scommesse con l’oblio fatte durante una vacanza d’amore vero che non finiva mai.
Scavò in un materasso, nella morbidezza che Laure aveva conquistata dopo notti insonni, prima del capodanno di ogni anno. Cercò il mistero nel cassetto, dove Daria aveva conservato il rossetto, liberato dall’inganno il sospetto.
Al materasso seguì il tacco di una scarpa teneramente lasciata sulla soglia di casa, pavimenti d’ombre e di adolescenze di cigno attraversati a piedi nudi come si attraversa l’oceano a vent’anni: d’un fiato. Infine ricavò le essenze di una giovinezza di quartiere, un profumo di Sveva, quell’odore di maturità, prossima a risplendere.
Franny non si scompose, rimase intera durante l’escursione e si tenne al lato della stanza, guardò lì dove mancava la luce, lì dove al vuoto si sovrappone altro vuoto, e si accorse che non erano gli oggetti a mancare ma le donne a non esserci ancora.
Allora le rintracciò da un inconscio di medusa, da un sogno fatto in una campagna francese, quando alla luce si aggiungeva altra luce, e inventò, rintracciandole sui tabulati stellari della città, le sue donne, e le chiamò per nome, e questo bastò, dunque restituì loro il racconto dentro il quale si erano perse per tutto quel tempo.
Da quel senso del vero Franny ricavò un ritratto di donna intero. Tutte le amiche e le sorelle adesso abitavano la stanza della memoria, che teneva insieme le maglie della storia, e una faceva l’altra e l’altra diventava una e un’altra ancora si faceva in due per aiutare l’altra a non scomparire, in una Roma che “se ti nascondi ti trovano le prime stelle del mattino e non ti mollano più.”
Quando si trattò di portare la stanza fuori, in strada, nei vicoli, nei locali sempre accesi, nelle piazze, allora le donne di Franny ritrovarono la loro autentica immagine perduta, lo spirito che tanto abitò nel mito, il vero corpo raro da tenere caro.
Abitarono lo spazio di una Roma dove se fai la fila per sognare vuol dire che non ti resta altro che il sogno che ti appare, e ci fecero una gran festa con tutta quella smemoratezza, con il cristallo del tempo, con la riconquistata bellezza. Le donne di Franny si fecero vive più che mai, vive per vivere a lungo, in attesa di un’eclissi fanciulla. Queste donne non spensero più la luce, non fecero più buio per sempre. Se questo mai accadde durò poco, il tempo di rimettere a posto ancora una volta quelle loro cose lasciate in un angolo del ritratto, sullo sfondo della giovinezza. Testimonio che nessuna donna da Franny guardata rimase mai sola, senza storia, senza memoria.

Lidia Riviello
Roma, Ottobre 2007

sabato 15 settembre 2007

dal 24 al 27 settembre 2007, dalle ore 16 alle ore 24
AGAVE BISTROT LIBRERIA
sarà presente con un punto vendita di libri al:
Romapoesia-Festival della Parola,
8 settembre – 1 ottobre 2007
un progetto di Nanni Balestrini e Luigi Cinque

Colosseo Nuovo Teatro/e-theatre
diretto da Simone Carella-Ulisse Benedetti
Via Capo d’Africa 29/A
La parola e le altre
a cura di Andrea Cortellessa

venerdì 14 settembre 2007


AGAVE/READING

Agave Bistrot Libreria
è lieta di invitarvi

MERCOLEDI’ 19 SETTEMBRE 2007, ore 19.30

PAOLO NORI
legge brani tratti dal suo ultimo libro

Siam poi gente delicata
Bologna Parma, novanta chilometri
(Laterza, 2007)

Allora Bologna, che è il centro della città Bologna Modena Reggio Emilia Parma, scrivere una guida di Bologna stando nel quartiere periferico Parma forse non è così assurdo.
"A me piacciono gli spettacoli teatrali che non sembrano spettacoli teatrali, mi piacciono i film che non sembrano film. Anche i matrimoni, l'unico matrimonio che m'è piaciuto, tra quelli a cui sono andato, era un matrimonio che non sembrava un matrimonio. Mi piacciono i romanzi che non sembrano romanzi, gli scrittori che non sembrano scrittori. Forse anche per quello, scrivo delle guide che non sembrano guide di città che non sembrano città."

Qui non si prova a scrivere una guida senza riuscirci, qui non ci si prova neanche, perché è successo dell'altro.

PAOLO NORI è nato a Parma nel 1963. Ha pubblicato dei romanzi, il secondo si intitola Bassotuba non c'è (DeriveApprodi 1999), il penultimo Noi la farem vendetta (Feltrinelli 2006).

domenica 13 maggio 2007



i prossimi appuntamenti di Agave/giugno 2007

AGAVE/presentazioni
giovedì 7 giugno 2007, ore 19
Leonardo Colombati
presenta, insieme all’autore del libro
Marco Candida,
La mania per l’Alfabeto
(Sironi 2007)
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AGAVE/presentazioni
giovedì 14 giugno 2007, ore 19.30
Lidia Riviello e Igiaba Scego
presentano
Igiaba Scego e Ingy Mubiayi
Quando nasci è una roulette
Giovani figli di migranti si raccontano
(Terre di mezzo Editore 2007)
Sette ragazzi e ragazze di origine africana spiegano cosa significa essere nati a Roma da genitori stranieri (o esserci arrivati da piccoli): la scuola, il rapporto con la famiglia e con i coetanei, la religione, il razzismo, i sogni.Il futuro dell’Italia sarà sempre più disegnato da storie come quella di Adil, che vorrebbe fare il giornalista, di George e del suo gruppo rap o, ancora, come quella di Imam, attiva nell’associazione dei Giovani musulmani d’Italia.
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AGAVE/presentazioni
lunedì 18 giugno 2007, ore 21
presentazione della prima edizione Agave di Libro d’Artista
Elisabetta Diamanti/Tommaso Ottonieri
Isola sola sola
(Agave Edizioni 2007)
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Il lavoro di Elisabetta Diamanti verrà presentato da un video di Leonardo Carrano
Il libro di Elisabetta Diamanti, che contiene un haiku di Tommaso Ottonieri partecipa alla 8° Rassegna Internazionale di Libro d’Artista Isole/Islands/Islas, organizzata dalla Ass. Cult. La Tana, Spazio dal 1999 a cura di Stefania Missio (
http://utenti.lycos.it/latana1999)

Conoscere Penelope..
di Paolo Tomassi

L’Arte al femminile, la nobiltà di un’attesa che sceglie tra scoglio ed arcolaio: Circe o Penelope..
L’Una, maritata alla natura, sinuosa e melliflua, esercita i suoi poteri su uno scoglio, in attesa che il Tempo trasformi i propri Esseri a Metà; l’Altra che, a seconda delle ore scelte nel Tempo del Giorno o della Notte, per il mezzo delle abili mani e del grembo unito al Voto Nuziale, crea e disfa un testo (textus) parimente composto di tela o di parole, di nodi o di tergiversazioni.
L’Isola che la costa delimita si fa pulpito e palpito di due diverse storie, di due diverse femminilità..
Elisabetta Diamanti tesse la sua scelta con Isola solasola, una serie di libri d’Artista editi da Agave Bookbar che, facendoci intravedere l’azzurro cui si volge la maga, ci svelano le stanze di Penelope, dell’abile tessitrice, di lei che, apparentemente immobile in un matroneo fatto di vuoti e pieni, di spazi fisici e colore, si fa perno stabile di un compasso omerico senza il quale non esisterebbe e non avrebbe senso alcun Ulisse.

Video:
ideazione e regia di Leonardo Carrano
testo di Gianluca Murasecchi
musica di Stefano Panunzi
AGAVE/presentazioni
martedì 19 giugno 2007, ore 19.30
Emanuele Trevi
presenta, insieme all’autore del libro
Mauro Covacich,
Storia di pazzi e di normali
(Laterza 2007)

«Erica e Mario sono due pazzi, penso. Sono pazzi come tutti quelli che, un po’ ovunque nella città, vengono riconosciuti come gente da manicomio. Pazzi che vivono di diritto negli stessi ambienti urbani della gente normale. Ma che tipo di convivenza è questa tra normali e pazzi? Com’è, dov’è il luogo della loro differenza?»«Questo libro è uscito per la prima volta nel 1993, è il mio primo libro. Prima di internet, prima dei cellulari, prima dei reality show. C’erano ancora i gettoni del telefono, c’era ancora l’Usl. Sembra trascorsa un’intera era geologica a guardarla così (...) Forse la mia gita di oggi viene dal bisogno segreto di verificare se anche a Villa Bisutti il futuro ha disatteso le aspettative o se invece, in totale controtendenza, ha rispettato le previsioni, assumendo i connotati di un presente positivo, di un presente presentabile.» In una nuova edizione completamente riveduta, questo è il diario immaginario di sei mesi trascorsi presso il Dipartimento di salute mentale di Pordenone.
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AGAVE/presentazioni/POESIA
mercoledì 20 giugno 2007, ore 21
reading di poesia di
Laura Pugno
Il colore oro

(Le Lettere 2007)
e
Sara Ventroni
Nel Gasometro
(Le Lettere 2006)
insieme alle autrici interverrà
Andrea Cortellessa
direttore della collana di testi italiani contemporanei Fuori Formato per Le Lettere Edizioni
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AGAVE/Expo
Elio Mazzacane
autore delle foto del libro di Laura Pugno Il colore oro, esporrà ad Agave le fotografie.
La mostra rimarrà visibile fino all’11 luglio 2007
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Inoltre, è ancora visibile, fino al 19 giugno, la mosra fotografica di
FRANCESCA ALAIMO
Sono
lavori fotografici su Caravaggio e il regendering.
La mostra è presentata da uno scritto di SARA VENTRONI
Rigenerazioni
osservazioni sul ciclo di fotografie “Sono” di Francesca Alaimo
di Sara Ventroni
“I Tiresias, though blind, throbbing between two lives, Old man with wrinkled female breasts…”
È cieco, è vecchio, ha le mammelle. Tiresia pulsa tra due vite: è contemporaneamente uomo e donna, ed è veggente. In quel capolavoro che fonda la poesia moderna, The Waste Land, il vecchio indovino compare come una controfigura camuffata del poeta: Tiresia/Eliot ha già previsto il presente di squallore e di degrado. Parla, ma non è creduto. Vive in un limbo, osserva inerme quanto già sapeva sarebbe accaduto. La sua è un’identità incerta: la metamorfosi non è mai compiuta e non è destinata a compiersi, perché il veggente ha la condanna (o il privilegio?) di osservare le cose da ogni punto di vista, quindi non può essere condizionato da una sola identità di genere. Più che una metamorfosi, quello che accade a Tiresia sembrerebbe il frutto di una mutazione perennemente in atto che gli conferisce quel “di più” necessario alla visione, anche se quest’ultima, nel Moderno, vale poco più di un certificato di follia. Per questo, più o meno negli stessi anni, Duchamp faceva definitivamente cadere l’aura che Baudelaire aveva gettato nel fango, mettendo i baffi alla Gioconda: in quel momento nasceva l’arte contemporanea: desacralizzata, assolutamente arbitraria, profondamente ironica. D’altronde, lo stesso Duchamp amava fotografarsi con cappello, rossetto e pelliccia, nella posa ammiccante di Rose Sélavy, suo alter ego femminile e tassello autobiografico di quel progetto più generale di un’arte androgina (suprema unione di maschile e femminile) che culmina nel Grande Vetro. Le mammelle di Tiresia, i baffi finti delle Gioconda e quelli – veri – con i quali Frida Kahlo volontariamente si immortalava nei suoi autoritratti (ma gli esempi non finiscono certo qui) visti oggi appaiono come prefigurazioni, incunaboli di quella riflessione sulle mutazioni dell’identità (di genere) che diventerà centrale nell’arte contemporanea, almeno a partire dalla fine degli anni Ottanta.
Regenderising. In origine, il titolo del ciclo caravaggesco di Francesca Alaimo (italiana, infaticabile viaggiatrice, da molti anni residente a Londra) doveva essere “Regenderising”. Mi sembrava un titolo straordinario ed efficace, ma come tradurlo in italiano? L’idea si riferiva all’operazione compiuta dall’artista stessa: riconnotare qualcosa - in questo caso, i quadri di Caravaggio - con un “gender” diverso: regenderising, appunto. Ma si poteva tradurre un titolo così forte e diretto con un periplo di spiegazioni? Decisamente no. Se nella lingua inglese è chiara la distinzione tra “sex” (sesso naturale) e “gender” (genere come scelta individuale), in italiano - c’è poco da fare - la parola “genere” ha un valore puramente grammaticale: ci ricorda noiosi esercizi di analisi del periodo o classificazioni scientifiche di specie animali: la parola “genere” non evoca affatto tutte quelle sfumature (rigorose sfumature) semantiche che la lingua inglese invece veicola. Si sa, le strutture linguistiche nascondono visioni del mondo. E in italiano, quella visione o distinzione, ancora manca. Per questo, riconnotare il genere di alcune opere di Caravaggio non significa semplicemente mettere una donna là dove ci stava un uomo (non è un meccanico rovesciamento dell’ “altro”) ma, come in questo caso, allestire una vera e propria macchina teatrale (l’artista ha riprodotto gli scenari dei quadri, si è poi fotografata nel ruolo di protagonista insieme alle comparse, per poi ritoccare il tutto in digitale) dove è evidente non solo la riconversione dell’originale caravaggesco ma anche quella dell’artista stessa che, pur inscenandosi uomo, continua a restare donna. “L’idea di propormi come protagonista di alcuni quadri di Caravaggio”- scrive Francesca Alaimo - “mi è venuta un giorno mentre ero alla guida del treno. Ero in galleria e avevo la luce accesa, per cui la mia immagine si rifletteva nel vetro. All’improvviso mi sono vista come il Ragazzo col cesto di frutta. Ero proprio io!”. Le sovrapposizioni/sostituzioni della Alaimo con i personaggi dei quadri (Narciso, Davide, Cristo etc) restano volutamente in bilico (un Cristo con le tette accennate; la barba evidentemente posticcia) perché non vogliono sovvertire un ordine (ci aveva già pensato Caravaggio, con i suoi modelli rozzi presi dalla strada, il suo san Matteo con aria da bifolco…) ma ricaricarlo: il maschile accorpa il femminile e viceversa, in una fluidità di forme che spiazza per la sua provocatoria ambiguità. Francesca Alaimo ritocca le “qualità” impersonate dal maschile - il coraggio, la saggezza, l’audacia, l’impudenza , la sofferenza redentrice - e se ne impossessa lasciandosi a sua volta impossessare. Se proprio dobbiamo azzardare una traduzione – maldestra, nostro malgrado – possiamo pensare il “regender” come un ri-generare (un “far rinascere” e “rinascersi”) in un’identità ibrida – forzando i confini di ciò che per natura siamo o rappresentiamo – per poi tornare indietro - svestendo i panni, smontando le quinte - non appena ci si è stancati del gioco. Proprio come Duchamp con la sua Rose Sélavy.
Francesca Alaimo lavora con la fotografia digitale e la video arte. A febbraio 2007 ha presentato la stessa mostra personale 'Sono' ('Soy') nella galleria Body Art Gallery di Medellin, Colombia. Nel 2006 ha vinto il primo premio fotografico sul quotidiano The Guardian ed il terzo premio di 'Thin City Station of the Future Competition', organizzato da Platform for Art, London Underground.
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AGAVE/presentazioni
martedì 29 maggio 2007, ore 19.30
Agave è lieta di aprire il suo spazio al consueto e graditissimo appuntamento con la collana Contromano dell’editore Laterza. Questa volta, a qualche mese dalla sua uscita e dalla bella, affollatissima presentazione al cinema Nuovo Sacher, Gianluca Foglia presenta, insieme all’autore del libro, l’ultimo, preziosissimo libro, di
FRANCESCO PICCOLO,
L’Italia spensierata
(Laterza 2007)
Ci sono cose che non fareste mai. Così dite: né ora né mai. Affollare uno studio televisivo con i fan di Baudo, per esempio. Sgomitare in autogrill durante l’esodo delle vacanze. Mettersi in coda per il giro della morte sulle montagne russe. Affrontare il pigia pigia per il film di Natale, ma anche la Notte Bianca. E poi succede che vi ritrovate dentro le cose che non fareste mai. A tutti, prima o poi, succede. “E’ il momento in cui ci si chiede se ci si sente un po’ stupidi. E la risposta non è: no. La risposta è sì. Ma questo sì è comprensivo e caloroso, suggerisce un diritto a essere un po’ stupidi qualche volta nella vita. E a lasciarsi andare.”

Francesco Piccolo è nato a Caserta nel 1964. Vive e lavora a Roma. Ha pubblicato Scrivere è un tic. I metodi degli scrittori (minimum fax, 2006 seconda ristampa) e Storie di primogeniti e figli unici (1996), E se c’ero, dormivo (1998), Il tempo imperfetto (2000), Allegro occidentale (2003), tutti editi da Feltrinelli. Collabora con vari quotidiani e riviste. Ha firmato sceneggiature cinematografiche per Virzì, De Maria, Placido, Soldini. La più recente è Il Caimano di Nanni Moretti. _________________________________________________
AGAVE/presentazioni
giovedì 31 maggio 2007, ore 18.30
Agave è lieta di ospitare l’incontro con una delle protagoniste del Festival Internazionale delle Letterature di Roma; la scrittrice irlandese
CATHERINE DUNNE
sarà ad Agave per incontrare i suoi lettori e parlare del suo libro
Un mondo ignorato
Gli irlandesi dell’ultima generazione
(Guanda 2007)
interviene LILIANA MADEO

Negli anni Cinquanta, mezzo milione di irlandesi lasciarono il proprio paese per costruirsi una vita in Gran Bretagna, costretti dalla miseria e dalla mancanza di lavoro in patria, perché “non c’era altro da fare che imbarcarsi”. Le navi erano quelle del trasporto bestiame, il viaggio lungo e avventuroso, la destinazione spesso ignota. Arrivavano con poche sterline in tasca, giovani senza un mestiere che magari non si erano mai allontanati prima dalla campagna e dovevano trovare subito un lavoro. Molti di loro si dirigevano alla stazione con un’etichetta applicata al cappotto, come fossero pacchi postali, sulla quale era scritto il nome del cantiere che li avrebbe ingaggiati. Le donne, più numerose degli uomini e in maggioranza single – un’anomalia nella storia dell’emigrazione europea – per lo più andavano a servizio nelle famiglie, oppure lavoravano come cameriere o infermiere. Bisognava crescere in fretta. Di queste pagine di storia ci offre una testimonianza diretta Catherine Dunne, una delle voci più vibranti della narrativa irlandese: l’autrice di La metà di niente presenta dieci testimonianze, dieci interviste a uomini e donne “doppiamente invisibili”, esuli ignorati dal proprio paese, che non ha mai riconosciuto la realtà dell’emigrazione, e dalla comunità di adozione, che nutriva verso di loro un rancore dettato dall’ignoranza e dai pregiudizi. Un mosaico di storie drammatiche, ma talvolta anche divertenti, capaci di farci rivivere un passato che non è poi così lontano nel tempo dal benessere dell’Irlanda d’oggi.
Catherine Dunne è nata nel 1954 a Dublino, dove risiede. Ha studiato letteratura inglese e spagnola al Trinità College e ha lavorato come insegnante. I suoi romanzi, La metà di niente, La moglie che dorme, Il viaggio verso casa, Una vita diversa e L’amore o quasi, sono tutti pubblicati in Italia da Guanda.
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AGAVE/presentazioni
giovedì 17 maggio 2007, ore 19.30
Marco Di Marco presenta, insieme all’autore del libro
Fabio Stassi,
E’ finito il nostro carnevale
(minimum fax 2007)
E’ finito il nostro carnevale è la storia di Rigoberto Aguyar Montiel: un senza terra, un anarchico, un nemico dell’ordine costituito ma soprattutto un amante del calcio e delle donne. Nella Parigi di fine anni Venti (a pochi mesi dal primo campionato mondiale di calcio) Rigoberto si innamora di Consuelo, la magnifica modella che poserà per la creazione della coppa Rimet. Scomparsa misteriosamente la ragazza, Rigoberto promette a se stesso di rubare il trofeo, facendone il simbolo di tutte le speranze perdute dagli uomini. Inizia in questo modo una lunga cavalcata in giro per i cinque continenti. Nelle vesti di cronista sportivo – sempre sull’orlo del licenziamento – Rigoberto insegue la Diosa de la Victoria, campionato del mondo dopo campionato del mondo, dall’Italia fascista del ’34 alla swinging London del ’66, dall’Uruguay di Schiaffino al Brasile di Garrincha e Pelé. Tra rovesci di fortuna, azioni rocambolesche, colpi di scena, il lungo viaggio di Rigoberto è anche l’attraversamento del Novecento, un percorso pieno di occasioni luminose (gli incontri con Hemingway e Django Reinhardt, con Orwell e Vinicius de Moraes) e di momenti tristi: la seconda guerra mondiale, le dittature sudamericane degli anni Settanta, la fine del calcio come branca del romanticismo. E’ finito il nostro carnevale è un romanzo picaresco ma anche il canto dolente alzato a un’epoca ormai conclusa (quella di chi, correndo sulla fascia destra, <>): ai suoi errori, al suo troppo amare, ai suoi uomini, le sue donne, i suoi miti.
Fabio Stassi (1962), di origine siciliana, vive a Viterbo e lavora a Roma in una biblioteca. Scrive sui treni. Ha pubblicato il romanzo Fumisteria (GBM 2006)

giovedì 10 maggio 2007

AGAVE/EXPO

nell’ambito del
circuito Work in progress del FESTIVAL di FotoGrafia www.fotografiafestival.it (digita work in progress nel banner cerca), che coinvolge 11 fotografi in 9 spazi espositivi(8 bookbar e una galleria), IDEATO da C.A.O.S www.caos.it, da Il Maleppeggio storie di lavori www.ilmaleppeggio.it, e da Agave Bistrot Libreria http://agavebookbar.blogspot.com

Agave Bistrot Libreria
è lieta di invitarvi
all’inaugurazione della mostra fotografica
SABATO 12 MAGGIO 2007
dalle ore 18.30

WORK IN PROGRESS
“STATO PRECARIO”
fotografie di
Alessandro Imbriaco e Francesco Millefiori

La mostra fotografica rimarrà aperta fino al 31 maggio 2007



Un progetto per la VI edizione di
FotoGrafia–Festival Internazionale di Roma

Non gli uffici le aziende le postazioni dei call-center, ma l’intimità delle camere da letto. La faccia nascosta della cosiddetta generazione precaria. Il progetto fotografico consiste nel posizionare una banco ottico in camera da letto in modo che, poi, sia la persona, con un interruttore collegato alla macchina, a scegliere i tempi e i modi e le posizioni dell’autoritratto. Questo modo di operare nasce dalla volontà di spostare il più possibile il punto di osservazione dall’obbiettivo freddo del fotografo a quello coinvolto del soggetto fotografato, che proverà a creare in tal modo una rappresentazione di se stesso e del proprio “universo precario” libera, sincera, priva di condizionamenti: esposta. Ogni fotografia viene accompagnata da una testimonianza scritta o orale del soggetto fotografato.
La mostra fotografica si inaugura all’interno del progetto “Work in Progress”, curato da C.A.O.S. CulturalArtistsOpenSpace Contemporary Art, la rivista “il maleppeggio - storie di lavori”, periodico mensile patrocinato dall’Assessorato al Lavoro, Pari opportunità e Politiche giovanili della Regione Lazio, Agave Bistrot Libreria e otto librerie indipendenti sparse nella città, bookbar non semplici librerie o caffè.
“Work in Progress” è un gruppo che riunisce tredici fotografi di età varia e con esperienze professionali molto diverse tra loro: professionisti affermati che pubblicano libri e reportages e giovani appena usciti da istituti o scuole, fotografi in crescita, alla ricerca di un proprio stile riconoscibile, di una propria storia.
Sono artisti “Work in Progress”: Andrea Appolloni, Matteo Bianchi Fasani, Cinzia de Nigro, Claudia Ferri, Alessandro Imbriaco, Lorenzo Maccotta, Ciro Meggiolaro, Francesco Millefiori, Saùl Palma, Giorgio Palmera, Lorenzo Perpignani, Emanuela Scarpa, Alis Thieck-Alami.
Alessandro Imbriaco
Nato a Salerno nel 1980. Nel 2003 si laurea in ingegneria e dal 2004 studia fotografia prima presso “La scuola romana di fotografia” e poi presso la “Outsideschool” di Roma. Collabora con “XL” mensile de“La Repubblica” e con la rivista mensile “il maleppeggio” sul tema del lavoro patrocinata dalla Regione Lazio. Vincitore del premio miglior portfolio Savignano sul Rubicone 2006 con Campo Farnia 100. Vive e lavora a Roma.
Francesco Millefiori
Nato a Catania nel 1980. Studia Psicologia e dal 2002 fotografia presso “La scuola romana di fotografia” di Roma. Collabora con “La Repubblica” e con “Liberazione”. Ha esposto in diverse personali e collettive tra Sicilia, Puglia e Lazio. Vive e lavora a Roma.