venerdì 10 ottobre 2008

AGAVE/Expò
mercoledì 4 giugno 2008,
ore 19.00
inaugurazione della mostra dei lavori pittorici di
Emmanuel Lavallee
in occasione della quale Emmanuel offrirà al pubblico 30 minuti del suo fantastico lavoro di clown

EMMANUEL LAVALLEE Emmanuel Casalingo ( cucina le crepes e la pasta al pesto) astrologo, è nato molto tempo fa ma non è per niente invecchiato. Vive un po’ come tutti, di successi e di sconfitte, comunque dopo aver insegnato alla scuola del Clown Dimitri in Svizzera si forma presso Jacques Lecoq, a Parigi, dove si diploma. Ha creato bellissimi spettacoli spesso legati al mondo dei clown di cui purtroppo nessuno si ricorda niente, neanche lui. La sorella di William Shakespeare ha detto di lui:" è proprio bravo, come mio fratello!". L'artista condivide in pieno questo nobile pensiero.
la mostra rimarrà visibile fino al 25 giugno 2008
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AGAVE/presentazioni
giovedì 12 giugno 2008,
ore 19.00
Maria Grazia Calandrone
Presenta
Mani Padamadan Viaggi di sola andata
Nuova Editrice Magenta, 2007
http://www.nuovaeditricemagenta.it/
di
Dino Azzalin
“Non si viaggia per addobbarsi d’esotismo e di aneddoti come un albero di Natale, ma perché la strada ci spiumi, ci strigli, ci prosciughi, ci renda simili a quelle salviette consunte che ci allungano con una scaglia di sapone…” Così scriveva lo scrittore svizzero Nicolas Bouvier. E di quella materia viva è fatto il volume che state sfogliando. In chiave moderna notazioni di viaggio, letture, minute e diari sono state fonti preziosissime per Dino Azzalin, già autore del fortunato Diario d’Africa, nella stesura di Mani Padamadan.
(…) I racconti si sviluppano e si intersecano nelle diverse regioni della Terra: Italia, Europa, India, Sud America, Africa, Indocina, (…) il viaggio deve consistere non solo nell’appagamento delle curiosità o nel superamento delle paure, ma soprattutto nello svelamento della natura umana.

DINO AZZALIN è nato a Pontelongo (Padova) nel 1953. Ha pubblicato con l’editore Crocetti tre libri di poesia: I disordini del ritmo (1985), Deserti (1994) e Prove di memoria (2006 – premio Giustino de Jacobis e Giuseppe Dessì 2007). Nel 1999 i racconti Via dei consumati e nel 2001 Diario d’Africa. Ha viaggiato molto nel Sud del mondo, lavorando come volontario sanitario. Ha fondato l’APA-Onlus (Amici per l’Africa) che promuove progetti per la salute orale nei Paesi a basso reddito. Vive a Varese dove esercita la libera professione di medico-odontoiatra. E’ giornalista pubblicista e ha collaborato con numerosi giornali e riviste.
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nell'ambito delle imminenti elezioni politiche ed amministrative
AGAVE è lieta di promuovere e di ospitare
martedì 8 aprile 2008,
dalle ore 19.30
l'incontro con

Letizia Cicconi
Capolista della lista
Sinistra Arcobaleno del MUNICIPIO I
e
Giulia Rodano
Assessore alle Politiche Culturali della REGIONE LAZIO

sui temi dello sviluppo territoriale e culturale
e dell'imprenditoria
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AGAVE/expò
sabato 12 aprile 2008,
ore 19.00
inaugurazione della mostra fotografica
Il dettaglio di un gesto
Fotografie di Sveva Bellucci
Progetto per la VII edizione del Festival Internazionale di Fotografia di Roma
a cura di Maddalena Parise

Parte di una ricerca personale sul quotidiano che Sveva Bellucci porta avanti dal 2006 (con i due progetti Spazi svuotati e Quelli che restano) questa nuova serie ne offre, in qualche modo, un punto di vista ravvicinato. Le fotografie che si presentano in occasione del tema Vedere la normalità per la VII edizione del Festival di Fotografia di Roma, sono dettagli di gesti e sono state volutamente scattate in un contesto “piccolo” come lo spazio “ristretto” dell’Isola di Ventotene. Concentrarsi su uno spazio ridotto ha permesso alla fotografa di “stare addosso” alle sue abitudini per esplorare non solo la quotidianità di un gesto, ma anche il posto specifico in cui questa si fa.
Sono fotografie a “distanza ravvicinata”, scattate in digitale, che si avvicinano così tanto alla normalità da trasfigurarla e costringerci a guardare ciò che non siamo abituati a vedere: il rigonfiamento di una camicia senza corpo o l’acqua diventata molecola sulle pieghe del nuotatore. Realizzate con un teleobiettivo, queste fotografie colgono, da lontano, la compostezza di gesti che sembrano invece essersi messi in posa per lo scatto; esse realizzano il paradosso di fotografie “rubate” e “posate” a un tempo, che combinano l’artificio con il documento, l’occasione con la messa in scena. Sono foto che a prima vista escludono il movimento, ghiacciandolo, quasi a mettere in risalto la bidimensionalità del gesto e del suo disegno, ma allo stesso tempo lasciano che, dall’eccesso di un colore o dalle pieghe di un tessuto, trapeli la vita di cui sono fatte.
Il formato delle fotografie evoca il polaroid 8,8x10,7cm del quale la fotografa, ingrandendolo, ne rispetta le proporzioni. L’allusione al caratteristico formato, richiama così quella pratica amatoriale di foto istantanee, pronte per essere guardate.
la mostra è visibile fino al 2 maggio 2008
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AGAVE/expò
sabato 3 maggio 2008,
ore 19.00
inaugurazione della mostra fotografica
Oltre Napoli Est
Fotografie di Cinzia De Nigro
Progetto per la VII edizione del Festival Internazionale di Fotografia di Roma
a cura di Maddalena Parise

Quest’ ”inchiesta” fotografica parte da Napoli-Est. È un’inchiesta fatta in tre tempi. Trittici di fotografie scattate come lunghe interviste fatte alla città e ai suoi rifiuti. Tre punti di vista: particolari mossi, spazi ampi, volti.
Innanzitutto i rifiuti. Cumuli di sacchetti e dettagli di container scorrono davanti alla macchina fotografica ad 1/15 di secondo. Un tempo di scatto che è una necessità e una scelta stilistica ad un tempo. Un tempo lungo che rende visibile, attraverso il mosso, un tempo contrario, quello rubato dell’inchiesta giornalistica che si fa negli interstizi, velocemente, in digitale, senza la possibilità di fermarsi e scegliere la “bella inquadratura”. Ma è anche il tempo immobile di un quotidiano abnorme che resta appiccicato ad ogni giorno che passa e che la fotografa sembra voler smuovono con i suoi scatti. L’immagine che si forma lentamente (1/15 di sec.) trasforma quei sacchetti e i loro colori, li rende quasi irriconoscibili, rivelandone l’irrealtà che dovrebbero essere.
Il secondo appuntamento è fatto dalla città. L’inquadratura si allarga sulle strade e sui palazzi che sembrano aver perso i loro colori, come se ne fossero stati privati o contagiati da quei rifiuti. Attraverso un lavoro di post-produzione la fotografa scolorisce l’immagine della città – che sembra sbiancarsi -, oppure ne satura i toni all’inverosimile isolandone pochi colori ghiacciati.
Alla presenza impastata dei rifiuti e alla città deformata nei suoi colori, si affianca allora il contrasto della nettezza di coloro che vi si oppongono. La fotografa prosegue la sua indagine incontrando quei volti che col sorriso resistono allo scempio, quelle mani rugose che sembrano voler imprigionare le stesse plastiche il cui contorno sfuggiva all’obiettivo. Ritratti nitidi in ogni particolare che resistono, con la loro “ferma” nettezza, al magma mosso che li invade.
la mostra è visibile fino al 25 maggio 2008

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