sabato 15 dicembre 2007

AGAVE/presentazioni
VENERDI’ 21 DICEMBRE 2007,
ore 18.00
Andrea Cortellessa

direttore della collana di testi italiani contemporanei Fuori Formato
presenta il libro di
Tommaso Ottonieri
Le strade che portano al Fucino
(Le Lettere, Fuori Formato, 2007)
Ogni narrazione è un territorio. L’immaginazione dell’autore ne esplora la latitudine, la sua lingua ne sviscera la profondità. Quel territorio non lo “descrive” – lo inventa. Disegna uno spazio virtuale, ombra e specchio di quello reale: che la “realtà” strania e, insieme, misteriosamente convalida. Così è il Fùcino di Tommaso Ottonieri. Terra piatta, orizzontale, geometricamente sezionata da uno sguardo che plana dall’alto, aereo o forse celeste; ma che – incastonata com’è fra ruvidi spalti appenninici – cela in sé smisurate profondità, invasi vertiginosi, immani universi ctonî percorsi da Creature Che Sospirano Nel Buio. Al centro della piana si staglia Telespazio: Grande Schermo che capta risonanze dalle profondità stellari proiettando una pellicola di visioni deliranti su una coscienza frantumata, alla guida di un’auto metafisica. Lungo labirinti che paiono usciti da un film di David Lynch: alla ricerca di un’Origine irriconoscibile – e sin troppo vera.
Le Strade Che Portano Al Fùcino (colla bonus track della “dantesca” apocalissi Ulysses 9.11, realizzata sonicamente insieme al compositore elettronico Maurizio Martusciello) è una raggiera di prose narrative concentriche, insieme centrifughe e centripete: lacerti strappati dall’autore nel corso di ormai due decenni, per forza di scrittura, al più magmatico e oscuro dei nuclei immaginativi. Uno scrittore «angelico e infero» che viene «dalla sesta luna di Saturno»: così, profetico, Giorgio Manganelli ne aveva salutato l’esordio.
Poeta che s’è scelto la prosa come “plastica” infinitamente duttile, sin dall’inizio Ottonieri è stato visitato dalla tentazione della narrativa. Sirena sempre tentante e sempre sfuggente, per un onnipotenziale linguistico come lui. Il cantiere di questo libro è stato aperto per decenni (come ricostruisce Gilda Policastro in un dettagliato baedeker per il lettore). Il perché si capisce ora: l’opera è la più complessa e stratificata dell’autore, la sua più ambiziosa e, infine, cocentemente rivelatoria. Il suo cuore messo a nudo. A.C.
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A seguire
AGAVE/degustazioni enogastronomiche
è lieta di ospitare
degustazione gastronomica dei salumi di cinta senese con l'azienda agricola biologica "Lo Spicchio" (Val d'Orcia)
che cos’è la cinta senese?
Vai a vedere http://www.lospicchio.com/









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